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Dieta mediterranea: chi la segue ha meno disturbi cognitivi

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Dieta mediterranea: chi la segue ha meno disturbi cognitivi

Uno recente studio dell’ Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche ha dimostrato che le persone che seguono pedissequamente una dieta mediterranea hanno molte possibilità in meno si avere disturbi neurologici.
La ricerca, che potrebbe sconvolgere le credenze avute fino ad oggi, è stata pubblicata sul Journal of American Medical Directors Association (JAMDA), una delle riviste più autorevoli del campo alimentare.
I ricercatori durante gli ultimi mesi hanno analizzato i risultati di ben 45 studi (7 semplici trial clinici randomizzati e 38 studi longitudinali), che hanno coinvolto per lo maggior parte persone anziane e senza altre gravi patologie.
Lo studio, come obiettivo principale, ha avuto lo studio di possibile conseguenze di una dieta mediterranea su malattie come l’Alzhaimer.

Federica Limongi, direttamente dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-In) ha spiegato: “Dalla nostra systematic review è emerso che l’adottare a lungo termine della dieta mediterranea è associata ad un’auto -percezione di una migliore funzione cognitiva. Questo è un dato importante in quanto la sensazione soggettiva di alcune difficoltà cognitive è associata spesso ad un maggior rischio di sviluppare  la demenza nelle persone già affette da una forma inizialmente lieve”.
La scoperta potrebbe rivoluzionare del tutto il campo medico delle neuroscienze ed anche quello dell’alimentazione.

Inoltre, sempre la dottoressa Limongi ha aggiunto che: “I dati riguardanti l’effetto della dieta mediterranea sullo sviluppo del disturbo cognitivo lieve diagnosticato con test oggettivi sono diversi: dagli studi longitudinali non sono emersi effetti protettivi; dal PREDIMED, un importante trial clinico multicentrico svoltosi in Spagna, è risultato che i partecipanti, che erano persone già ad alto rischio cardiovascolare che aderivano alla dieta mediterranea, mostravano una minore incidenza di disturbo cognitivo lieve rispetto all’altro gruppo di controllo, con un effetto immediato dose – risposta: la diminuzione è risultata superiore in chi aderiva maggiormente a questo stile alimentare

 

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