Dopo poche settimane di zona gialla e di conseguente apertura parziale del settore della ristorazione, da oggi il Piemonte e quindi anche Cuneo torna in zona arancione.
Cosa comporta ciò? Innanzitutto, non si può più uscire dal proprio comune di residenza senza una valida motivazione.
E poi, sempre parlando del settore della ristorazione, non sarà più consentita la somministrazione di alimenti e bevande al tavolo, ma solo da asporto o con consegna a domicilio.
Durante la zona gialla invece, questi potevano servire al tavolo dalle 5 di mattina fino alle 18 di sera.
E’ utile ricordare come dopo l’ultimo DPCM, dopo le 18 i bar che non fanno servizio di ristorante (Rosticcerie ecc) non possono vendere neppure da asporto ma solo a domicilio.
Una nuova stangata quindi per bar, pub e ristoranti che si trovano sempre più spalle al muro e con la luce in fondo al tunnel sempre lontana.
Infatti i ritardi del piano vaccinale stanno causando il prolungamento delle misure restrittive di almeno altri 2 mesi. Questi 2 mesi potrebbero essere letali per altre migliaia di attività dopo che, a partire da marzo 2020, le chiusure di attività commerciali sono state oltre 400 mila.
Il Piemonte resterà quindi in zona Arancione per almeno 2 settimane al termine delle quali si deciderà se tornare in gialla, rimanere in arancione o addirittura passare in rossa.
La cosa più brutta a livello commerciale, tra le tante, è vedere centinaia di sedie di bar impilate, dehor off limits e code davanti ai bar per aspettare di prendere un semplice caffè in tazze e bicchieri di carta e allontanarsi per non essere multati.
Al danno che stanno avendo i proprietari di queste attività, vanno aggiunti tutti quei dipendenti che, non essendoci bisogno di loro, sono a casa in cassa integrazione o senza stipendio in quanto magari il loro contratto nel frattempo è scaduto.