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Cuneo, proposta una scuola intitolata alla martire Norma Cossetto

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Cuneo, proposta una scuola intitolata alla martire Norma Cossetto

Sono passati con il voto ampiamente favorevole di praticamente tutto il Consiglio comunale di Cuneo,  i punti all’ordine del giorno ed anche la proposta mozione per rendere omaggio alle vittime delle foibe sottoscritti all’unanimità dai gruppi di centrodestra (Grande Cuneo, Fratelli d’Italia, Lega) ed anche da Beppe Lauria.
Il voto favorevole per questa mozione è quindi stato dato da tutti tranne che dai rappresentanti della sinistra civica di Cuneo per i Beni Comuni.
La proposta era stata presentata ufficialmente lo scorso lunedì  durante l’ultima seduta dell’assemblea cittadina ed oggi, dopo pochi giorni, è diventata un dato di fatto per tutto il comune di Cuneo.

La mozione è stata voluta per rendere omaggio alla memoria di tutte le vittime della purtroppo nota tragedia istriano – fiumano -dalmata attraverso appunto l’intitolazione di un grande luogo pubblico come già era avvenuto durante gli anni scorsi a Savigliano, a Bra ed anche in altri centri della provincia cuneese.
L’idea principale, per non cambiare nome alle storiche piazze e strade della capitale della Granda, sarebbe quella di intitolare ad una delle martiri delle foibe, Norma Cossetto, un’intero plesso scolastico, ovvero una scuola materna.
Norma Cossetto, è stata una donna di Visignano uccisa durante un raid dei Partigiani in quanto il padre  Giuseppe Cossetto era un dirigente locale del Pnf che aveva ricoperto l’incarico di segretario politico del fascio locale e commissario governativo delle Casse Rurali, nonché podestà di Visinada.

Per Beppe Lauria, anche lui tra i favorevoli durante il voto, l’intitolazione di un grande luogo pubblico alla Cossetto sarebbe: “l’occasione per unire il riconoscimento di quanto è accaduto sul confine orientale al fatto di onorare una donna che ha subito la peggiore violenza e pagato con la vita il suo essere italiana”.
Ovviamente, l’operazione non troverà tutti d’accordo in quanto si rischia di “riscrivere la storia”

 

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